Orientamento

Con la Circolare Ministeriale n.43/2009,  sono state emanate le prime Linee guida nazionali per l’orientamento permanente.

Successivamente, il MIUR ha emanato, con la nota prot.n. 4232 del 19 febbraio 2014, le nuove Linee guida nazionali per l’orientamento permanente.

Nel documento troviamo la significativa affermazione: «ancor di più che in passato, oggi l’orientamento assume una funzione centrale e strategica nella lotta alla dispersione e all’insuccesso formativo degli studenti…».

Inoltre si considera l’orientamento come un processo accessibile a tutti in maniera permanente, che accompagna la persona lungo tutto l’arco della vita (“lifelong/lifewide learning” nelle indicazioni europee).

Non più, quindi, un orientamento solamente informativo e limitato ad alcuni momenti di transizione del percorso scolastico, ma un orientamento formativo che “investe il processo globale di crescita della persona, si estende lungo tutto l’arco della vita, […] ed è trasversale a tutte le discipline”.

Il documento ribadisce la necessità di un sistema integrato di orientamento “centrato sulla persona e sui suoi bisogni, finalizzato a prevenire e contrastare il disagio giovanile e favorire la piena occupabilità, l’inclusione sociale e il dialogo interculturale”.

Nel documento si distinguono:

–           l’orientamento formativo o didattica orientativa, che si realizza nell’acquisizione dei saperi di base, delle abilità logiche, cognitive, metodologiche e delle competenze trasversali di cittadinanza, che permettono al giovane di essere nelle condizioni di comprendere meglio se stesso, i propri bisogni ed attitudini e la realtà che lo circonda;

–           l’attività di accompagnamento e di consulenza formativa per il sostegno alla progettualità individuale, che si concretizza in azioni rivolte all’informazione circa gli sbocchi professionali, i percorsi formativi successivi, il mercato del lavoro ed a trovare un punto di mediazione con le attitudini e le aspirazioni personali.

Non solo consapevolezza nella scelta del percorso scolastico quindi, ma anche competenze trasversali da spendere in un mondo del lavoro che richiede frequenti cambiamenti e capacità di adattarsi a nuove condizioni. Il rapporto della scuola con quello del lavoro viene messo ancora più in evidenza con l’introduzione dell’ASL, l’alternanza scuola-lavoro, in cui gli studenti si cimentano in stages ed esperienze nei più vari ambiti lavorativi, dove le competenze, soprattutto quelle trasversali, trovano l’ambiente ideale per svilupparsi e maturare.